In questa seconda parte del mio articolo, approfondiamo il ruolo che lo yoga può svolgere nel favorire il concepimento, quali le tecniche appropriate e i metodi.
È necessaria sin da subito una premessa:
una pratica idonea a favorire il concepimento va rigorosamente preparata da un insegnante esperto che dovrà tener conto delle caratteristiche specifiche dei genitori (tipologia, costituzione, età, lavoro, carattere etc.) e dovrà adattarvi ogni tecnica, perché sia consona e, quindi, efficace. Le indicazioni che darò sono dunque indicazioni di massima che vanno inserite all’interno di una pratica strutturata e personalizzata.
Come abbiamo già visto, secondo la medicina ayurvedica per favorire il concepimento è necessario innanzitutto ripristinare un
buon equilibrio metabolico, perché questo garantisce la salute dei tessuti costitutivi dell’uomo ed in particolare la salute del liquido seminale e dell’ovulo, favorire la circolazione e coltivare uno stato mentale calmo, rilassato e positivo.
Nel ribadire che le pratiche per favorire il concepimento riguardano entrambi i genitori, vediamo nello specifico
con quali strumenti lo yoga opera in ciascuno di questi ambiti:
1. IL METABOLISMO
Un grande aiuto viene offerto dalla pratica corporea, in particolare dalla pratica di asāna che favoriscano il vigore del fuoco digestivo, ,
Le tecniche respiratorie hanno un buon impatto sul fuoco metabolico, soprattutto se praticate con le pause dopo l’inspiro e l’espiro o frazionandone il corso, cioè dividendo l’inspiro e/o l’espiro in piccoli pezzettini l’uno susseguente l’altro.
2. LA CIRCOLAZIONE
Quando parlo di circolazione, mi riferisco sia alla
circolazione sanguigna che alla
circolazione prānica, cioè alla corretta distribuzione dell’energia nel corpo, entrambe indispensabili per la salute e la qualità dello sperma e dell’ovulo. L’esecuzione di asāna in sequenze razionali (non a caso), praticate soprattutto in dinamica, avendo cura di coordinare il movimento con il gesto respiratorio è di grande beneficio per riattivare e mantenere una buona circolazione del sangue e, soprattutto, una adeguata distribuzione del prāna. Le tecniche respiratorie sono di grande giovamento, soprattutto se eseguite visualizzando uno specifico percorso del respiro all’interno del corpo: ovviamente l’aria giunge sino ai polmoni, ma nello yoga la visualizzazione promuove la distribuzione del prāna che va dove l’attenzione lo porta. Anche il tocco (nyāsa) di parti specifiche del corpo o il movimento della mano sul corpo, secondo percorsi razionali, è di grande beneficio.
3. LA MENTE
La tranquillità mentale, un
atteggiamento calmo e rilassato, positivo verso la vita sono tutti fattori estremamente importanti per la buona riuscita del concepimento.
Sia la pratica di asāna che le tecniche respiratorie favoriscono di per sé un atteggiamento calmo e la quiete mentale e da sole contribuiscono a ridurre lo stress. Lo yoga offre però strumenti specifici, come la contemplazione, che insegna a focalizzare la propria attenzione progressivamente su un unico oggetto e che porta poi allo stato meditativo.
Il semplice gesto di focalizzare l’attenzione su un unico oggetto produce di per sé una grande calma e tranquillità.
Lo abbiamo sperimentato tutti, specie da bambini, quando ci facevamo rapire da qualche cosa di piacevole ed interessante e lì ci incantavamo, ignorando completamente cosa accadeva attorno a noi e ritrovando una pace ed un silenzio intimo e rassicurante.
La
pratica della contemplazione consiste proprio in questo: posare la propria attenzione su qualcosa e “farsi incantare”, come da bambini. Sarà opportune scegliere un oggetto piacevole, positivo, con una valenza simbolica nobile ed elevata, non troppo complesso. Personalmente consiglio oggetti neutri, ma simbolicamente densi come la fiamma di una candela o un fiore, per fare qualche esempio.
Molto interessante ed estremamente proficua è la
contemplazione sul fluire del proprio respiro, che per lo yoga è il veicolo principale del prānā.
C’è una stretta relazione tra lo stato della mente e quello del prānā e, per estensione, tra la mente e il suo veicolo, il respiro. Ad un respiro calmo, profondo, lento si associa una mente quieta, calma, profonda.
La
recitazione di mantra e di preghiere è anche uno strumento molto valido se la persona è religiosa. In questo senso, non è assolutamente necessaria la recitazione dei mantra della tradizione indù, perché ciascuno può rivolgersi alla propria religione di appartenenza ed ivi ritrovare una preghiera o una frase da recitare.
Le
pratiche descritte vanno sempre adeguate all’individuo e per questa ragione concordate con un insegnante qualificato, non è opportuno avventurarsi autonomamente nella pratica di asāna o nelle tecniche respiratorie, perché
possono essere pericolose.
Leonilda Candotti
Laureata in filosofia, pratica yoga da 25 anni. Ha conseguito il diploma presso la Federazione Italiana Yoga nel 2004, incontra nel 2009 Claude Marechal, allievo diretto di T. K. Desikachar e T. Krishnamacharya ed inizia con lui un percorso formativo di sette anni che la porta ad approfondire la pratica e l'insegnamento secondo la tradizione del Viniyoga. Attualmente è allieva diretta di Marechal, si dedica all'approfondimento del Tantra con E. Baret e allo studio dell'anatomia e delle catene muscolari secondo il metodo GDS. È iscritta al Master in studi orientlistici e interculturali presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini.