SEAY è il marchio di beachwear trendy e sostenibile che sta spopolando in Italia e all’estero!
Propone una linea di costumi da bagno in stile hawaiano fresco e giovane per adulti, prodotti dal riciclo della plastica.
Un’idea geniale che nasce nel 2019 a seguito delle piccole crisi professionali che la vita ti mette dinnanzi. Non possiamo controllare il vento ma possiamo aggiustare le vele”
“Tra l’avere un solido lavoro all’interno di una famosa multinazionale ad essere in cerca di un’occupazione è bastata una telefonata. L’azienda ha deciso di riorganizzare il proprio organico. In bocca al lupo. Click. Abbiamo raccolto i nostri oggetti personali mettendoli nella scatola marrone che si vede in molti film e abbiamo deciso di partire con una “cosa” tutta nostra nel tragitto che ci è voluto dall’(ex) ufficio a casa.
Abbiamo raccolto un po' di idee, steso una lista di quello che avremmo voluto fare e una seconda lista circa quello che NON avremmo voluto fare... ed è così che a Marzo del 2019 abbiamo allacciato le cinture, indossato il casco e abbiamo avviato il motore di SEAY.” Questo ci raccontano visibilmente emozionati Alberto Bressan (colui che ha ricevuto la famosa telefonata) e Simone Scodellaro che di quella telefonata è stato spettatore in quanto facente parte dello stesso team di lavoro. Il duo si è fatto trio quanto Eduardo Bolioli (artista uruguaiano residente alle Hawaii), venuto a sapere della loro nuova avventura, si è candidato per evolverlo per l'appunto a trio.
“Siamo partiti veramente di corsa considerati i tempi della moda. Eravamo a fine Marzo e abbiamo partecipato al nostro primo White Street Market come azienda a Giugno. 80 giorni e almeno 180 notti (o almeno così ci sono sembrate). La cosa più difficile? Trovare un nome che rendesse l’idea di quello che stavamo cercando di fare senza risultare banali. Ed ecco che abbiamo messo assieme tre parole (SOS + SEA + SOCIETY), le abbiamo frullate sino ad ottenerne SOSEATY (che delle 3 è una sorta di figlio in grado di riassumerne i concetti e ossia il bisogno di raccogliere l’SOS lanciato dal mare/SEA che sta annegano – ve lo immaginate il mare che annega? - nella plastica e la società/SOCIETY che dovrebbe fare qualcosa per lanciare un salvagente al mare... era il periodo in cui dormivamo poco e si vede!)”.
Ecco che è nata SOSEATY che essendosi nel frattempo evoluta da trio a collettivo di diverse persone è diventata per l’appunto SOSEATY COLLECTIVE. Abbreviato in SEAY per la linea di abbigliamento.
Ma veniamo all’innovazione dei tessuti:
i costumi realizzati per la donna sono prodotti con il nylon riciclato partendo dai detriti recuperati in mare come le reti di pesca e da scarti della lavorazione industriale,
per la linea uomo utilizziamo un poliestere 100% riciclato.
La filosofia di base è quella di ridurre quanto più possibile l’impronta che lasciamo nell’ambiente. Questo è un dovere morale di tutti negli ultimi mesi e molti se ne stanno approfittando per trasformare una priorità in una bella campagna di marketing che faccia bene all’immagine del brand. Noi abbiamo deciso di farlo in massima trasparenza ed estendendo l’impegno alla riduzione dell’impatto ambientale del nostro business a quanti più elementi possibili:
1. tessuti
2. stampe/tinture
3. catena di fornitura quanto più locale possibile
4. packaging organico e compostabile
5. espositori per i punti vendita riciclati e riciclabili
6. logistica carbon neutral.
Ma questo ancora non basta e quindi abbiamo sviluppato un business model che abbiamo battezzato RE3 che punta ad un modello circolare chiuso.
Per ogni capo venduto offriamo un rimborso del 20% del valore del capo stesso se il cliente ci restituisce un capo della stessa tipologia di quello che ha appena acquistato. A seconda delle condizioni estetiche/funzionali, il capo reso viene rivenduto come vintage (RE-sell) dalla cooperativa che ci aiuta nella fase di raccolta degli indumenti usati dei nostri clienti, oppure regalato a persone in difficoltà (RE-use), oppure se in condizioni pessime viene rigenerato (RE-generate) in nuovo filato che diventerà il tessuto che andremo ad utilizzare per la produzione delle nostre linee future. Con Re-sell e Re- use contribuiamo ad estendere il ciclo di vita di capi ancora indossabili mentre con RE-generate miriamo ad un modello circolare chiuso. Abbiamo parlato di trasparenza e, infatti, per tutti i clienti interessati, c’è la possibilità di sapere quale delle tre strade ha preso il proprio capo usato semplicemente registrandosi sul nostro sito.
I valori che guidano il loro lavoro sono l’etica, la trasparenza e l’approccio umano.
La sfida ambiziosa che propongono è appunto “lavoriamo sodo per diventare il marchio di beachwear più sostenibile del mondo”!
“Ci siamo interrogati su quali fossero le condizioni per diventare davvero una valida alternativa a marchi non ecologici. Ed ecco che abbiamo deciso di puntare tutto sulla trasparenza e per i clienti la possibilità di ottenere un “green bonus” pari al 20% del valore dei prodotti acquistati che ci posiziona ad un prezzo davvero competitivo nonostante il valore aggiunto della nostra produzione, dell’attenzione messa nella costruzione della nostra value chain, che permette al cliente di sentirsi parte del ciclo produttivo e, non da ultimo, sul fatto di produrre tutto in Italia.”
A questa già bella carrellata di qualità non dimentichiamoci della creatività che nasce direttamente alle Hawaii…dove prende tutto il suo stile da surfisti!
“Vorremmo che i nostri prodotti fossero acquistati da futuri POSSESSORI di un capo SEAY e non da consumatori SEAY.
L’etimologia della parola consumatore demarca già la differenza.”
Si tratta di un acquisto consapevole perché il prodotto ha molta storia da raccontare e ci piacerebbe che il nostro cliente ne sposi i principi ed i valori. Non vogliamo clienti che consumano i nostri capi ma clienti che possiedono i nostri capi e poi ce li restituiscono per farli diventare qualcosa di diverso. Perché i nostri capi sono riciclati ma anche 100% riciclabili e attraverso il modello RE3 possono diventare moltissime cose dopo essere stati dei capi SEAY. Sono quindi una dichiarazione di consapevolezza da parte dei possessori e non dei semplici capi d’abbigliamento, è un percorso ambizioso e avere idee ambiziose non vuol dire essere arroganti ma volercela mettere tutta.
I costumi sono i loro prodotti di punta di quest anno, “ma stiamo lavorando anche a molte novità per la prossima collezione tra le quali wind-breaker, una bella linea di vestiti, felperia e t-shirteria, una linea yoga e tempo libero per le attività fuori dall’acqua.
Inoltre daranno il via ad un’evoluzione del progetto in chiave food, due linee distinte ma accumunate dagli stessi valori e principi.
Il claim dell’anno prossimo è nato a seguito delle mille manifestazioni sul clima che lasciavano dietro di loro tonnellate di immondizia. Da quelle immagini è nato il “you complain, we sustain”.
“Ancora una volta ambizioso...ma ci stiamo lavorando!”